HomePoliticaDall'ospedale all'Autodromo, un giro a 200Km/h contro il cancro

Dall’ospedale all’Autodromo, un giro a 200Km/h contro il cancro

Oncologo-pilota porta in pista suoi pazienti sfidando il tumore

Un giro ad alta velocità in autodromo per aiutare a combattere i tumori e sostituire la terapia del dolore con una giornata da Formula 1. E’ l’idea, nata dalla sua immensa passione per le auto da corsa e le gare di velocità in montagna, messa in pratica con ottimi risultati da Amedeo Pancotti, primario di Oncologia all’ospedale Mazzini di Teramo e presidente di “Hozho”, un’associazione di volontariato di Ascoli Piceno che si occupa di donne operate al seno.

“Non hanno guidato solo per motivi medico legali – corre veloce sul filo dell’entusiasmo il professor Pancotti raccontando all’ANSA la sua avventura in pista con i suoi pazienti malati di tumore L’esperienza in pista è stata meravigliosa: più della metà del merito va a Deborah Broccolini (pilota, ndr) che ha organizzato tutto a Magione (l’autodromo dell’Umbria in provincia di Perugia, ndr), dove abbiamo fatto un gemellaggio con l’oncologia di Perugia. E’ venuto anche un club Ferrari e Abarth, tutti si son seduti su una Rossa e c’era anche un ottantenne. Io stesso li ho fatto girare con una Delta Integrale: hanno fatto tre giri ciascuno perché ovviamente non li volevamo sottoporre troppo allo stress. Non siamo andati piano, anche a 200 chilometri orari e la cosa bella è che quel giorno molte persone non hanno fatto la terapia del dolore ed è stato bellissimo”.


Una iniziativa nel segno dell’amore dell’automobilismo e della dedizione per i malati di cancro che sarà ripetuta visti i risultati e probabilmente diventerà un appuntamento fisso. ”Nei giorni successivi – racconta il primario di Oncologia all’ospedale Mazzini di Teramo – abbiamo avuto un grande effetto in termini di umanizzazione con noi dell’ospedale. C’e’ stata una sorta di prosecuzione dell’evento in un contesto di grande familiarità: questo aiuta moltissimo nell’affrontare la sopportazione della chemio e l’angoscia del posto in cui ti curi. Sfido chiunque a fare la chemio”. Resterà un evento unico o ne farete altri? ”Stiamo lavorando già per il prossimo marzo e vogliamo che diventi un appuntamento fisso. L’anno prossimo avremo anche una maggiore partecipazione. I pazienti che hanno girato con me sono tutti in vita e il prossimo anno se Dio vuole saranno di nuovo con noi in pista. Certo – ammette Pancotti – non possiamo dire che si tratti di una cura vera e propria, ma il discorso dello sviluppo in questo caso delle endorfine resta valido, si crea una situazione di benessere che di certo fa assolutamente bene al paziente”.


Una consuetudine quella del professor Pancotti di coadiuvare le cure oncologiche con metodi alternativi che non si ferma ad un tracciato da Formula 1 o MotoGp: ”Abbiamo fatto anche un ‘Masterchef oncology’, con il pubblico ed una giuria con tanti premi finali e altre volte ho portato tutti a pranzo in montagna invece di fare la chemio. C’e’ stata anche l’occasione di fare teatro e ci siamo dedicati pure alla musica classica al conservatorio. Stiamo infine per far uscire un libro dove abbiamo raccolto i pensieri e le paure di una ventina di malati: è uscita fuori una iniziativa davvero emozionante che presenteremo a dicembre”. Paure che quel giorno a Magione sono svanite di colpo per lasciare il posto alle emozioni forti che il rombo dei motori sa regalare. 

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