«Un lavoro affascinante che consente di viaggiare nel tempo ed in luoghi lontani». Pericle Odierna non è solo un compositore di teatro, cinema e televisione, è un visionario che traduce le storie in musica potente e pura. Una narrazione di genio e estro che diventa tridimensionale in quella magia che una colonna sonora porta in sé e spesso diventa più forte del racconto. Il sarnese Odierna, diploma di clarinetto al Conservatorio di Salerno, è candidato al Globo d’ Oro, il premio conferito dall’ Associazione della Stampa Estera in Italia che celebrerà anche quest’ anno le eccellenze del cinema italiano, per la «Migliore Colonna Sonora» quale autore delle musiche di «Picciridda», film del regista Paolo Licata, che ha adattato per il grande schermo il romanzo omonimo di Catena Fiorello inserendo tutti i colori, i suoni ed i profumi della Sicilia.
«L’ ispirazione per la musica di Picciridda – spiega Odierna – è maturata dopo aver letto la sceneggiatura: quando è scritta bene ti sembra già di vedere il film. Immaginare i luoghi raccontati, l’ ambientazione storica, i personaggi, il racconto. Ogni film e di conseguenza ogni musica che si scrive per quel film è assolutamente esperienza unica. Si vive la storia attraverso metafore, codici, simboli, si cerca la tridimensionalità, una sorta di viaggio non solo temporale, ma soprattutto spaziale. Quando la storia diventa parte di te, esperienza reale e trascende dalla finzione puoi tradurla in musica. Così è stato per Picciridda». La notizia della candidatura al Globo è arrivata poche ore dopo un grave lutto, la perdita del papà Ugo. «Ho vissuto emozioni forti, violente. Da anni, in qualità di docente, mi occupo di trasferire ai miei allievi l’ importanza delle emozioni che portano a visualizzare e concretizzare un sentimento scavando nei luoghi remoti dei ricordi. Il paradosso vuole che in quel luogo le emozioni diverse, opposte in qualche modo trovino un senso comune. La tremenda notizia della morte di mio padre e nello stesso giorno la conferma della candidatura al Globo sono espressione dello stesso sogno». Un sogno condito da cinema, televisione, teatro col suo Pinocchio in programma in vari palcoscenici nazionali ma interrotto a causa del lockdown. «Il legame con le proprie composizioni è sempre forte e immutabile. Sono un po’ come dei figli e come tali, però, raggiunta la maturità decidono di prendere la propria strada.
A quel punto sai che la tua musica può incontrare altro ed altri, quindi muta costantemente. Diventa di ciascuno e questo è il vero miracolo. Nel prossimo futuro mi occuperò ancora di musica per film, del mio Pinocchio per voce recitante e orchestra che prima della quarantena era in programma in vari teatri nazionali».