HomeEventiRavello Festival 2019, musicisti in scena da primavera ad autunno

Ravello Festival 2019, musicisti in scena da primavera ad autunno

La 67esima edizione del Ravello Festival 2019 avrà un programma musicale articolato in cinque sezioni per un periodo che andrà dalla primavera all’autunno. “Orchestra Italia”, omaggio a compositori e orchestre d’Italia, è la proposta sinfonica concentrata a luglio e agosto che avrà come suggestivo scenario il palco a strapiombo sul mare del Belvedere di Villa Rufolo.
Per la prima volta il programma, curato in collaborazione con il Teatro di San Carlo di Napoli, offre la possibilità di apprezzare in un’unica stagione le compagini orchestrali italiane. Già l’apertura, il 30 giugno, sarà affidata al maestro Juraj Valčuha che omaggerà, come da tradizione il nume tutelare del Festival, Richard Wagner, affiancandolo a Giuseppe Martucci, uno dei più insigni musicisti del nostro Paese. E anche nei successivi appuntamenti il repertorio internazionale si unirà alla riscoperta di partiture poco eseguite di compositori italiani, in un itinerario che va dal Barocco al Novecento (Vivaldi, Cimarosa, Ghedini, Smareglia, Respighi, Casella, Sgambati, Rossini, Puccini, Salviucci e Rota, di cui quest’anno ricorre il trentennale della scomparsa).

“Le note di Sigilgaita” è la sezione organistica che prevede un ciclo di concerti che si svolgeranno nel Duomo di Ravello:
protagonisti Bernard Foccroulle (24 luglio), Olivier Latry (29 agosto), Andrea Macinanti (12 settembre), Michel Bouvard (20 settembre) e Luca Scandali (11 ottobre).

Gli appuntamenti di musica da camera arricchiscono il cartellone con una terza sezione, “Nel Giardino di Wagner”, che accoglierà il pubblico nella Sala dei Cavalieri. Concerti di mezzanotte con una maratona del pianista Pierre Laurent Aimard tra Scala e Ravello. Ad esibirsi il Quartetto Guadagnini, l’Odhecaton Ensemble, il duo Cimmino-Ferro, il Gruppo Ocarinistico Budriese, Simone Rubino, il Quintetto di Fiati e il Quartetto d’archi del Teatro di San Carlo di Napoli con al pianoforte Giuseppe Albanese.

Grande novità, già partita il 17 aprile scorso, è l’occasione offerta ai giovani allievi dei Conservatori, non solo campani, di esibirsi a Ravello. “La meglio gioventù”, questo il titolo della sezione curata da​
Antonio Marzullo, segretario artistico del teatro Verdi di Salerno, altro partner della Fondazione, che ospiterà solisti, cori e orchestre dei conservatori per un repertorio classico, con incursioni jazz, che porteranno il Festival nelle piazze, negli slarghi, nei giardini, nell’auditorium e nelle chiese di Ravello.

All’Orchestra del teatro di San Carlo, guidata da Juraj Valčuha che torna a Ravello dopo la prima di tre anni fa, oltre al concerto inaugurale è affidato il concerto del 18 luglio mentre la chiusura sarà nelle note dell’Orchestra Filarmonica della Scala, diretta da Lorenzo Viotti (31 agosto).
A rafforzare il cartellone di quest’anno anche la sezione “Potenza del diletto” che prevede tre concerti con formazioni corali amatoriali con la collaborazione dell’Arcc, l’Associazione regionale cori campani, che torna a Ravello dopo l’esperienza della scorsa edizione. 

“La Campania in questi anni ha fatto registrare un importante incremento dei flussi turistici – ha dichiarato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca – . La Regione sta consolidando questi risultati dal punto di vista infrastrutturale ed organizzativo. Ci sono luoghi che partono con un vantaggio enorme e un potenziale straordinario.
Ravello è uno di questi”. “Il governo regionale è in campo con misure di sostegno in tutto il territorio perché la capacità competitiva delle eccellenze turistiche, paesaggistiche e culturali resti alta. E – ha aggiunto il governatore – potendo contare su beni culturali e paesaggistici unici al mondo siamo convinti che quello che finora è mancato, l’organizzazione, è il principale obiettivo da perseguire. Per questo motivo continuiamo a sostenere con convinzione il Ravello Festival che quest’anno si avvale di due preziose collaborazioni, quella del Teatro di San Carlo di Napoli e quella del Teatro Verdi di Salerno. Significa mettere a sistema competenze, programmazione, expertise”. “Il mio augurio è che tutti condividano, ognuno per il suo ruolo, pari impegno per che la nostra regione si ritagli lo spazio che merita al centro della scena culturale europea”, ha continuato.

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